Al Pierino da Capizzone
“Mèi ‘na sciopetàda ‘n d’a crapa che moer a ùnza a ùnza” ( “meglio una fucilata in testa che morire goccia a goccia”)
“Il carroramato russo che ci aveva catturato ci teneva sottotiro ormai da quasi mezzora, in quei gelidi 40 gradi sottozero: di lì a poco saremmo congelati. Per questo, con un altro Alpino di Bergamo, decidemmo di giocarci il tutto per tutto: insieme balzammo sul carro, lui ne alzò il portellone ed io vi scaraventai dentro due bombe a mano, uccidendone l’equipaggio.
Così noi ed i nostri compagni scampammo alla prigionia, cioè alla morte quasi certa, in mano russa.”